LE ORIGINI DEL NATALE

LE ORIGINI DEL NATALE

Ogni anno, il mondo, con l’avvicinarsi degli ultimi giorni di dicembre, festeggia, nei modi più svariati, dalle luminarie pubblicitarie al presepio e all’albero, la nascita di Cristo Gesù.

Con tutti questi modi presi da tradizioni pagane, entrati ormai nella tradizione civile e religiosa, dobbiamo dire in modo chiaro che si è ben lontani dalla verità, quella che ci trasmette la Parola di Dio a questo riguardo.

Il mondo in questo periodo dell’anno, ha ormai innescato un movimento speculatore, fatto di spese delle più svariate.

Questo periodo dell’anno spesso si dimentica, che si acutizza il profondo sentimento di solitudine, di disaggio, di sofferenza, di tante persone che sono sole.

Detto questo, facciamo una prima precisazione, la Parola di Dio non ci ha lasciato alcuna data cronologica intorno alla nascita di Gesù, per cui il 25 dicembre non è da ritenersi come il “dies natalis” del Signore.

Anzi proprio dalla Sua Parola essa ci fa comprendere che di certo non poteva essere tale data, in quanto Essa ci cita che i pastori erano nei campi a fare la guardia al loro gregge (Luca 2:80); questo ci attesta che non è possibile che fosse il 25 dicembre, perché le temperature nella notte sono cosi fredde che ne pastori, ne greggi potevano stare all’aperto. E ancora troviamo sempre nella Sua Parola che era un periodo di piogge che non potevano permettere ai pastori di restare all’aperto di notte Esdra 10:9-13 che il Canto dei Cantici 2:11.

Dalla mitologia si rileva che il 25 dicembre i pagani iniziati ai misteri di Mitra celebravano la festa del natale del “Sol invictus”.

Questo culto idolatra al dio Sole, l’Eliolatria, fu l’ultima forma ereditata dal paganesimo romano.
L’imperatore Aurelio diede ad essa una consacrazione ufficiale, erigendo in suo onore un tempio favoloso, mentre fissava la solennità di quel dio al solstizio d’inverno, cioè al 25 dicembre.

Quando però l’imperatore Costantino si convertì al Cristianesimo, fu necessario fare di quella data non più il “dies natalis” dell’astro del giorno, bensì il “dies natalis” di Colui di cui l’astro era soltanto il simbolo nel cosmo.

(Più avanti approfondiremo meglio)

Così ebbe inizio il Natale del Signore.

Detto questo, e senza volerci soffermare ulteriormente sulla data del 25 dicembre, di certo possiamo affermare. Che Gesù è veramente venuto sulla terra.

Qualcuno potrebbe chiedersi, perché egli ha fatto questo?

Una prima risposta la troviamo in Matteo 1:21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati».”

1 Tessalonicesi 5:9 “Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo,”

Giovanni 3:16,17 “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” 

Cristo, infatti, dice la Scrittura, ci ha affrancati dal peccato, dalla maledizione della Legge e dalla morte, “avendo cancellato l’atto accusatore” attraverso il suo sacrificio sulla croce del Golgota (Romani 6:18; Galati 3:14; Colossesi 2:14).

La nascita di Cristo in questo mondo, pertanto, segna l’apice dell’amore di Dio verso la sua creatura: l’uomo.

Gesù “annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini”, “…essendo ricco si è fatto povero per amor nostro, perché mediante la sua povertà, noi potessimo diventar ricchi” (Filippesi 2:7; 2 Corinzi 8:9).

La sua apparizione, inoltre, su questa terra, ha avuto lo scopo di “distruggere le opere del diavolo” (1 Giovanni 3:8; Genesi 3:15).

Ecco, in breve, il vero significato della nascita di Gesù, ecco il significato del vero natale, esso è quando ogni vita vive ogni giorno con Lui, seguendo Lui, avendo da Lui ogni giorno una vita trasformata a Sua immagine, questo è l’insegnamento della Parola di Dio.

La venuta di Cristo non va ricercata una volta l’anno, ma Egli ogni giorno ha il desiderio che nasce dal Suo amore per l’uomo di essere presente ogni istante della sua esistenza.

Niente sentimentalismo, niente poesia, nessuna coreografia o tradizione che travisi il vero significato della Natività di Gesù.

Occorre spogliare il Natale moderno di tutti i falsi insegnamenti che con supina ignoranza si istillano nei cuori dei fedeli, piccoli e grandi.

Lasciamo che l’albero (pino o abete) d’importazione nordica e sacro al dio germanico Odino, orni le nostre foreste, i nostri boschi; lasciamo che il bue e l’asino, presi dal vangelo apocrifo dello pseudo Matteo, e messi in voga nel Medio Evo da Francesco di Bernardone, riscaldino le stalle delle nostre fattorie… L’arte non è la Bibbia, e la fantasia non è la realtà!

Il ricordo del Natale di Cristo non deve essere un’occasione per gingillarsi, come fa la bambina con le sue bambole, e neppure per ridimensionare la statura di Gesù, riducendolo ad un neonato inerme che si lascia trastullare come fosse un balocco.
La nascita di Cristo, invece, è ben altra cosa, per cui dovremmo esaminarci seriamente e chiederci: “Perché Cristo è venuto su questa terra? Perché ha voluto rivestire la nostra umanità?

Ha egli ancora un significato per me?”; e alla luce della Sacra Scrittura, ripetere con l’Apostolo Paolo 1 Timoteo 1:15: “Cristo Gesù è venuto in questo mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo” 

Se noi arriviamo a comprendere questo, se crediamo in tal modo all’amore che Cristo ha avuto per noi nel suo abbassamento, allora ogni giorno noi festeggeremo il suo Natale (la Sua nascita in noi), ci sentiremo attratti sempre più verso di Lui.
Non avremo più bisogno di una ricorrenza, non ci darà più motivo di imitare il mondo paganeggiante nelle sue deviazioni e sovrastrutture a questo riguardo, ma conosceremo meglio che Cristo è venuto su questa terra “per salvare ciò che era perduto” (Luca 19:10).
Non fermiamoci alla mangiatoia, ma percorriamo con la nostra mente tutta la vita di Cristo; contempliamolo nell’atto supremo del suo sacrificio sulla croce; ricordiamo la tomba vuota, quando Egli risuscitò trionfante vincitore sulla morte, ed ora adoriamolo assiso alla destra del Padre mentre intercede del continuo per noi.

Non aspettiamo che ogni anno ritorni questa festività per essere richiamati, ma ogni giorno il nostro pensiero sia rivolto al Cristo, che ben presto ritornerà, non più sotto la debole forma di servo, ma nella maestosità della sua potenza e gloria.
Possa perciò il Natale di Cristo ravvivare la nostra fede, riaccendere la nostra speranza ed accrescere il nostro amore verso l’unico nostro Salvatore.

Una domanda poi va posta:

Cristo può essere onorato con il Natale?

La giustificazione più comune che qualcuno sentirà riguardo al Natale è che le persone hanno sostituito le antiche usanze e gli intenti pagani asserendo che essi ora si stanno «concentrando su Cristo». Ho sentito molti dire che essi stanno «onorando Cristo» nella loro osservanza del Natale. Il problema è che Dio non dice che questo è accettabile per Lui! Realmente, Egli ordina chiaramente contro di esso! L’osservanza del Natale disonora Cristo! Egli considera ogni cosa riguardo a esso come un’abominazione!

Infatti nel periodo “natalizio” si applicano atteggiamenti che sono lontani da quanto Egli ci chiede e ci insegna…. Dallo spreco di denaro per cose inutili, dimenticando quanti bisogni intorno a noi vi sono alla idolatria (albero ecc….) a molto altro.

Cristo disse: «E invano Mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini» (Matteo 15:9).

Il Natale non è un comandamento di Dio è una tradizione dell’uomo (lo vedremo più avanti). Cristo continua: «Voi siete abili nell’annullare il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione» (Marco 7:9). Ogni anno, in tutto il mondo, il 25 di Dicembre, centinaia di milioni di persone fanno proprio questo!

 Il NATALE

Citazione sul «Natale»:

 «Nel mondo Romano i Saturnali (17 di Dicembre) era un tempo di divertimento e di scambio di regali. Il 25 Dicembre era anche considerato come la data di nascita del mistero Iraniano del dio Mitra, il sole della giustizia. Nel Nuovo Anno Romano (1 di Gennaio), le case erano decorate con verde e luci, ed erano offerti regali ai bambini e ai poveri. A queste osservanze vennero aggiunti i riti Natalizi Germanici e Celtici, quando le tribù teutoniche penetrarono nella Gallia, in Bretagna e nell’Europa centrale. Il cibo e la buona compagnia, il ceppo di Natale, e la Torta di Natale, il verde e gli alberi di abete, i regali e gli auguri, tutti commemoravano diversi aspetti di questa stagione festiva. Fuochi e luci, simbolo di calore e longevità, sono sempre stati associati con le festività invernali, siano pagane che Cristiane» (Enciclopedia Britannica, 15ma Edizione. Vol. ΙΙ, p. 903).

Una citazione finale riguardo alla scelta del 25 Dicembre come data di nascita di Cristo è necessaria. Notate un articolo nel Toronto Star (La stella di Toronto), di Dicembre del 1984, di Alan Edmond, intitolato, «Noi dobbiamo molto ai Druidi, Tedeschi» (il dobbiamo molto è riferito “noi dobbiamo il natale alle usanze pagane dei druidi tedeschi”): «La Riforma gettò una piaga sul Natale. A quel punto i politici ecclesiastici adottarono la festa pagana di pieno inverno come la presunta data di nascita di Gesù di Nazareth, e gettarono dentro alcune altre chicche pagane per rendere più appetibile la sua presa di potere».

Il 25 Dicembre non fu scelto perché era la nascita di Cristo o perché era anche vicina a esso. Fu scelto perché coincideva con la festa idolatra pagana dei Saturnali e questa celebrazione deve essere esaminata attentamente.

Chi era Saturno?

La festa Romana dei Saturnali, dal 17 al 24 Dicembre, come abbiamo detto, moveva i cittadini a decorare le loro case con verde e luci e donavano regali ai bambini e ai poveri. La festa del 25 Dicembre del natalis solis invicti, la nascita del sole invincibile, fu decretato dall’imperatore Aureliano nel 274 d.C. come una celebrazione del Solstizio Invernale, e qualche tempo (dopo)…fu Cristianizzato come una data per celebrare la nascita del Figlio della Luce.

Il Dr. William Gutsch, presidente del Museo Americano di Storia Naturale Planetario Hayden, inoltre confermò il nome originale del Natale con questa citazione del 18 Dicembre 1989, in un giornale di Westchester, New York, The Reporter Dispatch:

«Gli antichi Romani non celebravano il Natale ma piuttosto una festa pagana chiamata i Saturnali. Accadeva ogni anno, intorno all’inizio dell’inverno, o nel solstizio invernale. Questo era il tempo quando il sole aveva preso il suo percorso più basso nel cielo e i giorni cominciavano ad allungarsi, assicurando così un’altra stagione di raccolto.

Molte delle trappole dei Saturnali, sembrano parallele con ciò che molti di noi fanno oggi, noi possiamo vedere da dove prendiamole tradizioni delle nostre festività.

I Saturnali, naturalmente, celebravano Saturno. Saturno era il dio dell’Agricoltura (della semina) perché il calore del sole era necessario per permettere la semina e la crescita delle culture. Era anche venerato in questa festa della morte dell’inverno in modo che potesse ritornare (Egli era il «sole») ancora una volta a riscaldare la terra in modo che la semina primaverile potesse avvenire. Il pianeta Saturno fu nominato successivamente dopo di lui, perché fra tutti i pianeti, con i suoi anelli e il colore rosso vivace, rappresentava meglio il dio del fuoco!

Praticamente ogni civiltà ha un dio del fuoco/sole. Gli Egiziani (e qualche volta i Romani) lo chiamavano Vulcano. I Greci lo chiamavano Crono, così come i Fenici ma loro lo chiamavano anche Saturno.

Al dio del fuoco era anche associata il sacrificio dei bambini.

Che cosa circa il mito di Babbo Natale?

I genitori pensano che devono tramandare tutto il mito di Natale ai loro figli! Le tradizioni di Natale sono focalizzate primariamente sui figli, e sono certamente al centro della maggior parte di quello che succede. Lo so perché ho osservato parecchi Natali. Qualche anno fa, un prete di New Jersey disse alla sua classe della scuola domenicale che Babbo Natale era un mito. Lo sdegno dei genitori e dei suoi superiori fu immediata. Lui «uccise Babbo Natale»! Aveva «distrutto la tradizione famigliare»! Aveva «usurpato l’autorità familiare», continuava l’articolo. Fu ufficialmente censurato dai suoi superiori per essere stato «troppo zelante e insensibile».

Il suo crimine? Disse la verità!

Secondo l’Enciclopedia della Storia Universale di Langer (l’articolo «Santa»), «Santa» era un nome comune per Nimrod (Dio del fuoco e padre di tutti gli dei babilonesi) nell’Asia Minore. Questo era anche lo stesso dio del fuoco che scendeva dal camino degli antichi pagani e lo stesso dio del fuoco al quale i bambini erano bruciati e mangiati in sacrifico umano, tra coloro che erano una volta il popolo di Dio.

Oggi, in lingua inglese Santa Claus (Babbo Natale) deriva da «San Nicola». Washington Irving, nel 1809, è responsabile di aver rifatto l’originale vecchio, rigido vescovo con lo stesso nome nel nuovo «allegro San Nicola» nel suo Knickerbocker History of New York.(La maggior parte del resto delle tradizioni Americane del Natale sono ancora più recenti di questa.) «Il Vecchio Nicola» è stato ampliamente riconosciuto come un termine per il diavolo.

Nell’Apocalisse 2:6 e 15, leggiamo riguardo di una «dottrina dei Nicolaiti», la quale Cristo dice due volte alla Sua chiesa «[Egli] odia». Cerchiamo di analizzare la parola Nicolaiti. Significa «seguaci di Nicola». Nikos significa «conquistatore, distruttore». Laos significa, «popolo». I Nicolaiti, dunque, sono persone che seguono il conquistatore o il distruttore Nimrod. Altra testimonianza che il natale non ha nessuna comunanza con il cristianesimo.

L’origine dell’albero di Natale

Il moderno albero di Natale ebbe origine in Germania. Ma i Germani lo presero dai Romani, che lo presero dai Babilonesi e dagli Egiziani.

I Babilonesi credevano circa l’origine dell’albero di Natale: «Una vecchia favola babilonica raccontò di un albero sempreverde che germogliò da un ceppo morto. Il vecchio ceppo simboleggiava il Nimrod morto, il nuovo albero sempreverde simboleggiava che Nimrod era tornato in vita in Tammuz! Tra i Druidi la quercia era sacra, tra gli Egiziani era la palma, e a Roma era l’abete, il quale era decorato con bacche rosse durante i Saturnali»! (Walsh, Curiosità dei Costumi Popolari, p. 242).

Il libro Risposte alle Domande, di Frederick J. Haskin, afferma: «L’albero di Natale è dell’Egitto, e la sua origine risale a un periodo molto precedente all’era Cristiana». Sapevate questo che l’albero di Natale precedeva da molto tempo prima il Cristianesimo?

Gli aspetti del Natale non sono riferiti nella Bibbia. L’albero di Natale, tuttavia, è direttamente menzionato nella Bibbia! Leggete in Geremia 10:2-5, «Così dice l’Eterno: Non imparate a seguire la via delle nazioni…Poiché i COSTUMI dei popoli sono VANITÀ: infatti uno taglia un albero dal bosco, il lavoro delle mani di un operaio con l’ascia. Lo adornano d’argento e d’oro, lo fissano con chiodi e martelli perché non si muova. Stanno diritti come una palma e non possono parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non abbiate paura di loro, perché non possono fare alcun male, né è in loro potere fare il bene».

Ogni agno molti cristiani ignorano mettendo “l’albero di natale” nelle proprie case, stanno mettendo un oggetto nato per celebrare e onorare una divinità. E senza rendersene conto travolgono in tutto questo i proprio figli, visto che spesso la “giustificazione” più frequente è che è fatto per loro.

Mettereste un qualunque oggetto che sia stato realizzato per onorare il diavolo?

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