LE SUE PREGHIERE MI AIUTARONO A TIRARMI FUORI DALLA FOLLIA ALIMENTATA DALL’OCCULTO

LE SUE PREGHIERE MI AIUTARONO A TIRARMI FUORI DALLA FOLLIA ALIMENTATA DALL’OCCULTO

Immagine: Randy Bacon

 

Mentre mi immergevo ulteriormente nell’oscurità, una compagna di classe della scuola media continuava a presentarmi a Dio.

Ho iniziato a camminare nella valle dell’ombra della morte in tenera età. In prima elementare, mi sono reso conto di qualcosa: ciò che vedi non è tutto quello che esiste in realtà.

Il mondo spirituale era reale per me, anche da bambino, a causa delle mie pratiche occulte. Ricordo di aver visto una sedia scivolare sul pavimento e una candela che si sollevava dal tavolino. Ho visto cose che nessuno dovrebbe vedere.

Col tempo compresi che non puoi immergerti nell’occulto a lungo senza intraprendere un viaggio che poi, NON POTRAI INVERTIRE DA SOLO.

Ho avuto terrori notturni così brutti, così orribili, e ne sono stato tormentato per anni. Alle medie, l’ansia mi procurava ulcere. Gli specialisti non sapevano aiutarmi. Mi sentivo intrappolato, senza fiato e solo.

Le mie esperienze con il soprannaturale mi hanno portato alla ricerca di risposte. Ho anche studiato religione e filosofia. Ero afferrato da un desiderio che mi consumava: dovevo trovare qualcosa che potesse descrivere le mie interazioni regolari con il mondo invisibile.

 

“PREGA PER QUEL GIOVANE”

L’ultimo anno di scuola media è stato un anno importante per me. All’esterno, sembravo l’adolescente americano per antonomasia: mi piaceva la scuola, mi dedicavo all’atletica leggera e di certo non somigliavo a qualcuno immerso nell’oscurità.

Un giorno, mentre ero di fronte al mio armadietto a scuola, una compagna di classe sentì nel suo cuore che Dio le stava sussurrando il mio nome (naturalmente io sono venuto a conoscenza di questo episodio anni dopo). Quella voce le disse: “Prega per quel giovane. Lo sposerai un giorno”.  Lei diede ascolto a quel sussurro

Abbiamo stretto una relazione tipica delle scuole medie. Ricordo di essere andato a casa sua e di aver mangiato dei maccheroni al formaggio preparati da sua madre. Lei veniva a vedermi giocare a basket. Dicevamo persino alla gente che un giorno ci saremmo sposati.

Ma quando l’anno scolastico si è concluso, le nostre strade si sono separate. Era una cheerleader e frequentava la chiesa e avevamo amicizie differenti. Io invece, ho continuato sempre più a sprofondare nell’oscurità. Ho avuto incontri regolari con il regno demoniaco, sono diventato dipendente da numerose droghe, sembravo uno scheletro umano e ho vissuto la vita in una quieta disperazione.

A liceo ho stretto amicizia con un compagno che frequentava il mio stesso corso di fisica. Dopo un po’ di tempo ho iniziato a chiedergli della religione. Ero curioso di sapere se credeva in Dio, quali prove poteva citare per le sue convinzioni e se conosceva il regno soprannaturale come me. Non mi ha detto molto, ma mi ha invitato in chiesa. Ci sono andato.

La gente cantava, alzando e battendo le mani, il pastore leggeva e spiegava la Bibbia. Sono uscito pensando che fossero solo un po’ strani ma di certo non interessanti come mi aspettavo. Ma non avevo idea di cosa stesse per succedere.

Una domenica sera, dopo che gli effetti della droga svanirono, salutai i miei amici e tornai a casa. Mi sdraiai nella mia camera da letto, da solo, incapace di dormire, ancora una volta intrappolato nella mia quieta disperazione. La mia mente corse, pensando a chi fosse Dio e quale potesse essere la verità. Ricordo le calde lacrime che mi cadevano sul viso. Non sono un tipo dalla lacrima facile. Era quasi come se il cielo si fosse aperto e, per la prima volta nella mia vita, ho percepito l’amore vero e puro.

Mi sembrava che Dio stesso fosse entrato nella mia stanza. Ricordo di aver detto ad alta voce: “Gesù, tu sei quello che dici di essere!”.

Non sembrava che fosse arrabbiato con me, o si vergognasse per ciò che ero diventato e nemmeno sconvolto dalle mie scelte. Nel profondo, credevo che mi amasse così come ero.

Notte dopo notte, una volta finite la scuola e il lavoro, non vedevo l’ora di tornare a casa e parlare con Dio. Non assumevo più droghe. La presenza di Dio era così fitta, così reale, che potevo quasi sentirlo respirare accanto a me.

Ho detto al mio compagno di fisica che sarei tornato in chiesa con lui un mercoledì sera. Poi aggiunsi: “Ricordi quella cosa che il pastore fece alla fine della riunione qualche settimana fa?  Ha chiesto se qualcuno volesse chiedere a Gesù di perdonarlo. Bene, penso di doverlo fare”.

UNA SORPRESA NELLA POSTA

La sera del culto uno dei collaboratori del pastore (che era il padre del mio compagno di fisica) ha detto una preghiera e ha condiviso il Vangelo.

Alla fine ho risposto all’opportunità di incontrare Gesù. Sono stato l’unico a rispondere. Quella sera, quando ho abbracciato la grazia di Gesù, ho sperimentato alcune cose straordinarie.

Il mio corpo era guarito in MODO SOPRANNATURALE E ISTANTANEO. Le mie dipendenze dalle sostanze SVANIRONO COMPLETAMENTE. Ero sbalordito da me stesso.

Il giorno dopo ho scoperto qualcosa di incredibile nella cassetta della posta. Non ricordo perché ho controllato la posta quel giorno. Lo faccio raramente. All’interno c’era una lettera scritta a mano dalla mia ex fidanzatina delle medie, quella ragazzina che in terza media ubbidì alla voce di Dio pregando per me.

Sebbene avesse scritto la lettera qualche settimana prima, non la spedì. Ma un giorno, mentre passeggiava nel centro commerciale, di nuovo sentì quel sussurro che stavolta la invitava a spedire la lettera che mi venne recapitata il giorno dopo che ho incontrato Dio.

Dopo aver sposato quella fantastica ragazza, la mia amata Ali, ho trovato i suoi diari di preghiera.

Fu allora che scoprii come Dio usava le sue preghiere e quelle degli altri, spesso sussurrate accanto a me di nascosto (io non me sono mai accorto), affinché io potessi ammorbidire il mio cuore indurito.

Guardando indietro alla mia esperienza di salvezza, non posso fare a meno di pensare al Salmo 23.

Sono il risultato delle preghiere di una ragazza che ha creduto al sussurro di Dio e grazie al potere della preghiera, il Salvatore è entrato nella mia oscurità e, invece di allontanarsi da me con orrore, mi ha mostrato chi era Lui e chi ero io per Lui.

Heath Adamson è il capo dello staff dell’organizzazione di soccorso Convoy of Hope e presidente globale della Next Gen Commission for the World Assembly of God Fellowship. È l’autore di Grace in the Valley: Awakening to Presence of God When Feels Far Away (Baker).

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