Porte Aperte “Myanmar: la guerra in Kachin colpisce i cristiani”
C’è una guerra tra le truppe del governo del Myanmar (24° nella nostra WWList 2018) e i guerriglieri dell’Esercito per l’Indipendenza del Kachin. In migliaia scappano dall’area per salvarsi la vita e particolarmente colpita è proprio la minoranza cristiana.
C’è una guerra tra le truppe del governo del Myanmar e i guerriglieri dell’Esercito per l’Indipendenza del Kachin. L’inviato speciale dell’Onu denuncia che la situazione nello stato di Kachin “è del tutto inaccettabile e deve cessare immediatamente. I civili non devono essere sottoposti a violenza durante il conflitto”. La dinamica di questo conflitto è simile a molte altre: i guerriglieri chiedono autonomia dello stato del Kachin, mentre il governo centrale chiede di deporre prima le armi. Intanto in migliaia scappano dall’area per salvarsi la vita (si stima oltre 300 mila), e particolarmente colpita è proprio la minoranza cristiana.
Un pastore e la moglie, che hanno partecipato a un nostro corso per coppie, ci sono 85 sfollati accampati nella loro piccola chiesa, i quali non sanno se e quando potranno tornare nelle loro case. I villaggi sono spesso attaccati e bruciati. Altri nostri contatti ci informano che sostanzialmente tutte le chiese della zona stanno accogliendo credenti sfollati. “Le chiese locali stanno facendo il possibile, donando cibo e altri beni di necessità per aiutare. Tuttavia le autorità locali ufficialmente non permettono alle chiese e ad altre organizzazioni locali di accogliere sfollati, pena dei problemi legali. I prezzi degli affitti sono saliti alle stelle (5 volte più cari)”, ci riferiscono, facendo capire che la situazione è delicata e che queste proibizioni dei governi locali impediscono ogni attività benefica ufficiale in soccorso della popolazione. E’ incomprensibile la strategia del governo del Myanmar, che colpisce duro anche i civili, compresi i cristiani.
La gente che vive nei piccoli villaggi rurali nella zona di guerra è forzata ad abbandonare tutto sotto minaccia di morte, e molte case vengono date alle fiamme, il tutto dai soldati governativi. Per diverse incomprensibili ragioni, molti civili non vengono accettati nei campi sfollati interni e quindi improvvisano accampamenti fuori di essi, in campi aperti, mentre altri si nascondono nelle foreste, affrontando mancanza di cibo e malattie: purtroppo si contano molti morti.