PRENDERE LA PROPRIA CROCE

PRENDERE LA PROPRIA CROCE

Marco 8:34-38

34 Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà. 36 E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? 37 Infatti, che darebbe l’uomo in cambio della sua anima? 38 Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli».

Versetto 34

Che vuol dire rinunciare a sé stesso?

Prendere la propria croce?

Quando poniamo davanti a Dio il nostro vissuto quotidiano cosa vediamo? Vediamo sempre noi stessi, con i nostri modi di essere di pensare, di vivere? O vediamo e più che noi, gli altri vedono qualcosa di diverso nella nostra vita?

Abbiamo preso la nostra croce? Possiamo dire davanti a Dio, il quale vede al di là delle nostre affermazioni, che la risposta è ?

Ma sappiamo davvero che cosa vuol dire prendere la propria croce?

Questa è un’espressione che troviamo più volte nella Bibbia: essa parla della capacità di vivere e morire così come Cristo fece, e quindi riguarda nostra la capacità di vivere una vita trasformata.

Quanto di noi stessi non vogliamo perdere?

Quanto di noi stessi continuiamo a tenerci?

Da queste domande iniziamo la nostra riflessione.

35 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà.

Il termine greco vita (ψυχή) si riferisce a due livelli: quello più basso che è quello del corpo e quello più alto che è quello dell’anima.

Siamo ogni giorno così circondati da quelli che sono i segnali che la società ci trasmettere da far sì che il nostro corpo e la nostra mente vengano attratti e tirati senza rendercene conto e quei ragionamenti diventano nostri e legittimi per tanto si riflettono nelle nostre azioni.

E così ci leghiamo così tanto alla “nostra vita” e la stringiamo così forte a noi che senza rendercene conto ESSA CI STA SFUGGENDO.

Per essere più chiaro vi faccio un esempio:

Ora non so se avete mai provato a prendere nella vostra mano della sabbia e a stringerla, più la si stringe più la sabbia va via fuoriuscendo dalla nostra mano. È così che avviene nella nostra vita, più ci leghiamo a essa nella sua natura umana e più la perdiamo: ma cosa perdiamo? Perdiamo quella vita spirituale che Cristo ci ha donato .

E infatti al versetto 36 e 37 troviamo scritto in modo chiaro e privo di fraintendimenti:

36 E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? 37 Infatti, che darebbe l’uomo in cambio della sua anima?

A cosa ci porta far sì che la nostra vita abbia e viva secondo i canoni e i principi di questa generazione?

Essa ci dice che oggi tante cose vanno bene, dall’omosessualità alla tolleranza.

Non so se state notando ma in questi ultimi mesi le tv ci bombardano con segnali che le religioni dividono ma alla fine è solo il bene che è importante e che per tanto in fin dei conti al di là di quello che ciascuno crede c’è una sola entità e dobbiamo prenderne solo la parte migliore perché non ci devono essere divisioni.

Eppure, Gesù non dice che è venuto a unire ma a dividere:

Matteo 10:34-38

Non pensate ch’io sia venuto a metter pace sulla terra; non son venuto a metter pace, ma spada. 35 Perché son venuto a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da sua madre, e la nuora dalla suocera; 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. 37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figliuolo o figliuola più di me, non è degno di me; 38 E CHI NON PRENDE LA SUA CROCE E NON VIEN DIETRO A ME, NON È DEGNO DI ME.


Qualche tempo fa in un servizio in televisione si affermava che il diavolo non è il nemico dell’uomo ma che era sceso per salvare l’uomo da un dio o da degli dei che volevano distruggerlo …

Ma noi riusciamo a discernere tutto ciò, questo mondo insieme a questa generazione non ci può assolutamente ingannare ……

SICURO??????

Eppure, anche noi stiamo applicando quanto abbiamo appena descritto. La mia affermazione vi scandalizza? Lasciatemi dire che è proprio così.

Oggi ognuno di noi vive secondo delle proprie regole, lo fanno le denominazioni, lo fanno i singoli credenti (possiamo sempre più riscontrare come la Sua Parola sia sempre più sventrata e personalizzata).


In questo periodo ho avuto degli incontri con vari credenti di altre realtà, e non ho potuto far a meno di notare come Dio parli e si stia appartertando un popolo che vuole prendere la sua propria croce e rinunciare a sé stesso, un popolo che vive in questo mondo ma sa che non appartiene assolutamente a questo mondo.

Giovanni 17:14-17

IO HO DATO LORO LA TUA PAROLA; E IL MONDO LI HA ODIATI, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Santificali nella verità: LA TUA PAROLA È VERITÀ.

 

CHE RAPPORTO ABBIAMO CON LA SUA PAROLA?

Essa è libera di vivere così com’è o stiamo scendendo a compromessi perché amiamo il tempo presente e viviamo fingendo che questo collimi perfettamente con la Sua volontà.


Ma cosa c’entra questo con quello che abbiamo letto? Esso c’entra perché come dice la fine del versetto 34: … mi segua. E come possiamo seguirlo se non attraverso la Sua Parola, guida per la nostra vita.

Ma Dio ci chiama ad altro e ci dice:

Romani 8:18 Perché io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo.

Il vivere Cristo e per tanto la Sua Parola, ci porta a rinunciare a noi stessi, prendere la nostra propria croce ma anche a vedere a suo tempo manifestarsi la Sua gloria nella nostra vita.

La Parola ci parla di un uomo, collaboratore di Paolo, che amò il presente secolo più della gloria di Dio.

2 Timoteo 4:10 poiché Dema, avendo amato il presente secolo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica.

I commentari e gli storici descrivono Dema come una persona incostante, che non aveva mai voluto rinunciare a sé stesso e prendere la sua croce.

Credo che ognuno di noi debba, nel suo intimo, fare un auto analisi e vedere se ha rinunciato a sé stesso, ha preso la propria croce, ha preso la Parola e lotta per viverla secondo quanto Essa dice, o sta cercando una sorta di personalizzazione.

Giovanni 14:21

Chi ha i miei comandamenti e li osserva, QUELLO MI AMA; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e IO L’AMERÒ E MI MANIFESTERÒ A LUI.

 

Giovanni 14:24

Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.


In questi ultimi tempi in ogni predicazione lo Spirito Santo mi fa soffermare sempre sulla Sua Parola… perché? La risposta è semplice: perché tutto è basato su essa.

  • Non vi è sentiero sicuro se non si segue quanto in Essa vi è scritto
  • non vi è vita in Cristo come abbiamo letto se non si vive in Essa
  • non vi amore vero per Dio se non si osserva quanto in Essa è contenuto.

Voglio lasciarvi con la citazione che fece il teologo Anderson:

“Per questo il culto del sé (appagamento di sé stessi ecc…) molto amato dalla cosiddetta “generazione dell’io”, è totalmente estraneo ai vangeli e in modo particolare agli insegnamenti di Gesù, come riportato in Marco.”

Vi lascio con qualcosa ricevuta molto tempo fa:

“IO NON VA D’ACCORDO CON DIO”

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