CI RIFIUTIAMO DI STARE AD HARAN
In Genesi 12:1, Dio chiamò Abraamo a “venir fuori dalla casa di suo padre”.
Solamente dopo un’attenta lettura dei capitoli precedenti, la comprensione della loro natura narrativa specifica e contestuale siamo in grado di comprendere il pieno significato e la profondità di quella chiamata.
Genesi 11 ci rivela che Abraamo, suo padre ed il loro intero clan avevano lasciato Ur dei Caldei per recarsi a Canaan. Canaan rappresenta, simboleggia la terra promessa, il destino, la realizzazione ed il compimento della pienezza della benedizione che Dio aveva loro riservato.
Infatti, il capitolo in questione parla di tutto ciò che Dio vuole e voleva essere nelle loro vite, e anche nelle nostre.
Il viaggio fu duro, lungo ed estenuante. Vennero colpiti da tragedie, minacce ed esperienze traumatizzanti. Persone a loro care morirono e mentre camminavano lungo quelle valli di dolore, la Terra Promessa sembrava lontana.
Si fermarono in un luogo chiamato Haran, una città situata approssimativamente a 600 miglia ad ovest del fiume Eufrate nel nord della Siria.
Avevano viaggiato per ben oltre due terzi del loro pellegrinaggio quando si fermarono lì, fisicamente esausti, ma anche spiritualmente deboli. La parola “Haran” vuol dire “luogo arido, luogo che da poco frutto”.
Abraamo e suo padre stavano arrivando a Canaan, il luogo di benedizione e abbondanza. Gesù fa la stessa promessa a noi: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10).
È interessante considerare la parola greca “zoe” che viene usata quando si parla della vita che Cristo ci offre ed ha in mente per noi. La parola esprime l’idea “dell’essere completi, essere appagati, portare frutto abbondante, vera felicità e realizzazione”.
Vi prego di comprenderne la correlazione. Abraamo, suo padre e la sua famiglia stavano viaggiando verso Canaan, ma si fermarono tragicamente in un luogo in cui cresceva poco frutto. Avrebbero dovuto andare oltre senza indugio, proseguendo verso un luogo di pienezza ed abbondanza, ma preferirono la mediocrità.
La fede grida: “mi rifiuto di morire in un luogo dove cresce poco frutto! Rifiuto questa piccola esperienza con poca adorazione, poco sacrificio, poco cambiamento, poca trasformazione e poca fede”. Ho avuto modo di ascoltare il grido forte ed appassionato di uomini e donne, leader e pastori di ogni colore e da ogni nazione dichiarare: “ci rifiutiamo di morire ad Haran!” Dio ci chiama a “venir fuori dalla casa di nostro padre”. Ecco ciò che Dio fece con Abraamo ed è ciò che sta facendo con te e me.
Claude Houde
Claude Houde, pastore della Eglise Nouvelle Vie (Chiesa della Nuova Vita) a Montreal, Canada, è spesso relatore alle conferenze della Expect Church Leadership organizzate dalla World Challenge in tutto il mondo. Sotto la sua guida La Chiesa della Nuova Vita è cresciuta da poche persone a più di 3500 in una parte del Canada dove le chiese Pentecostali hanno da sempre avuto poco successo.