LA TESTIMONIANZA DI UN INDÙ

LA TESTIMONIANZA DI UN INDÙ

All’assemblea annuale della Società Biblica, a Londra, nel 1897, uno degli oratori, un Indù, M. Sorabji, avvocato ad Allahabad, raccontò la seguente storia:

Mio padre fu allevato in una scuola missionaria di Bombay, ed era molto bravo in matematica.

Un giorno, aveva trovato, così credeva, la soluzione di un problema. Ma il suo professore indù gli disse che la soluzione era sbagliata.

Il bambino, per mostrare al professore il suo disprezzo, strappò il suo turbante. Era l’ingiuria più grave che gli potesse fare.

Irritatissimo, l’Indù condusse il bambino al direttore, chiedendo che fosse severamente punito. Il direttore, occupato in quel momento, lo rinchiuse in una camera, riservandosi di riflettere su quello che bisognava fare e lo dimenticò.

C’era in quella camera un Nuovo Testamento; e per passare il tempo, il giovane Sorabji si mise a leggerlo.

Quando diverse ore dopo, il direttore aprì la porta, invece di trovarsi come si aspettava, di fronte ad un bambino ribelle, si trovò davanti ad un bambino completamente calmo, e pronto a presentare le sue scuse.

Da quel giorno, il Nuovo Testamento fu il compagno giornaliero del ragazzetto. Questi apparteneva ad un’alta famiglia Parsi, ed era figlio unico. I suoi genitori rimasero dispiaciuti quando lui fece loro sapere di volere abbracciare quella religione.

Si celebrarono per lui delle cerimonie funebri come se fosse morto.

Il governo gli dovette dare una guardia per proteggerlo. Perfino i suoi lo misero in una barca, senza timone e senza remi, e l’abbandonarono in mare sperando che sarebbe annegato.

Per due giorni e due notti egli errò sui flutti. Un piroscafo che passava lo raccolse.

Fino alla sua morte non cessò di benedire Dio per quel dono delle Sacre Scritture.

La nuovavia

 

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