C’È QUALCHE SPERANZA PER UN UOMO COME ME?

C’È QUALCHE SPERANZA PER UN UOMO COME ME?

di Hyman Appleman

 

Fu Charles G. Finney che raccontò questa storia. Egli stava tenendo un risveglio a Detroit. Una sera quando egli cominciò ad entrare in chiesa, un uomo venne da lui e gli domandò: “Sei il Dottor Finney?”

“Sì”

“Mi domando se tu mi farai un favore. Quando avrai terminato questa sera, vuoi venire a casa con me e parlarmi della mia anima?”

“Con piacere. Aspettami”.

Finney entrò dentro, e alcuni degli uomini lo fermarono: “Fratello Finney, che cosa voleva quell’uomo?”

“Egli voleva che io andassi a casa con lui”

“Non andarci”

“Mi dispiace, ma io gliel’ho promesso, e devo andare con lui”.

Quando la riunione finì, Finney uscì dalla porta. L’uomo stava aspettando, prese il suo braccio e disse: “Vieni con me”. Camminarono tre o quattro blocchi, voltarono in una strada laterale, scesero un vicolo, e alla seconda casa l’uomo si fermò: “Rimani qua un minuto, Fratello Finney”. Egli mise la mano nella sua tasca, tirò fuori una chiave, e aprì la porta, si voltò verso il predicatore e disse: “Entra dentro”.

Finney entrò dentro la stanza. C’era un tappeto sul pavimento, un caminetto, una scrivania, una sedia girevole, due poltrone e nient’altro.

C’era una specie di sottile tabellone divisorio tutt’intorno alla stanza eccetto dove c’era il caminetto.

Finney si voltò indietro. L’uomo aveva chiuso la porta, aveva messo la mano nella sua tasca posteriore e aveva tirato fuori una rivoltella e la stava tenendo nella sua mano.

“Io non intendo farti alcun male”, egli disse: “Io voglio solo farti alcune domande. Intendevi dire quello che hai detto nel tuo sermone ieri sera, cioè che il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato?”

“Sì, Dio dice questo”.

“Fratello Finney, la vedi questa rivoltella? Ha ucciso quattro persone. È la mia. Due di loro sono state uccise da me, due dal mio barista in una rissa nel mio saloon. C’è speranza per un uomo come me?

Finney rispose: “Il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato”.

“Fratello Finney, un’altra domanda. Nel retro di questo divisorio c’è un saloon.

È di mia proprietà sia il saloon che tutto quello che c’è dentro. Noi vendiamo ogni tipo di liquore a chiunque viene dentro.

Molte volte io ho preso l’ultimo centesimo dalla tasca di un uomo, facendo patire la fame a sua moglie e ai suoi figli. Molte volte delle donne hanno portato qua i loro neonati e mi hanno supplicato di non vendere più nessuna bevanda alcolica ai loro mariti, ma io le ho cacciate fuori ed ho continuato con la vendita del whisky. C’è speranza per un uomo come me?

Finney disse: “Dio dice: “Il sangue di Gesù Cristo, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”.

“Un’altra domanda, Fratello Finney. Nel retro di quest’altro divisorio c’è una casa da gioco d’azzardo, ed è disonesta come Satana. Non c’è una ruota decente in tutto il posto.

È tutto truccato e disonesto. Un uomo lascia il saloon con dei soldi rimastigli in tasca, e noi lì glieli portiamo via. Degli uomini sono usciti da quel posto di gioco d’azzardo per commettere suicidio quando i loro soldi, e forse i soldi datigli in custodia, erano tutti finiti. C’è qualche speranza per un uomo come me?”

Dio dice: “Il sangue di Gesù Cristo, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”.

“Un’altra domanda ancora e dopo ti lascerò andare. Quando tu uscirai fuori da questo vicolo, tu voltati a destra verso la strada, guarda dall’altra parte della strada, e là vedrai una casa di pietre marrone di due piani è la mia casa.

È di mia proprietà. Là ci sono mia moglie e mia figlia di undici anni di nome Margaret. Tredici anni fa andai a New York per affari. Incontrai una bella ragazza. Le mentii. Le dissi che ero un agente di borsa, ed ella mi sposò.

La portai qua, e quando ella scoprì i miei affari questo le spezzò il cuore. Io ho reso la sua vita un inferno sulla terra. Io sono tornato a casa ubriaco, l’ho picchiata, ho abusato di lei, l’ho chiusa fuori di casa, ho reso la sua vita più miserabile di quella di qualsiasi bestia selvaggia.

Un mese fa circa, io una sera andai a casa ubriaco. Mia moglie in qualche maniera mi intralciò e io cominciai a picchiarla. Mia figlia si gettò tra di noi. Schiaffeggiai quella ragazza, la sbattei contro una stufa rovente. Il suo braccio è bruciato dalla spalla al polso. Fratello Finney, c’è speranza per un uomo come me?”

Finney afferrò le spalle di quell’uomo, lo scosse e disse: “O figliolo, che triste storia che hai da raccontare! Ma Dio dice: “Il sangue di Gesù Cristo, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”.

L’uomo disse: “Grazie. Grazie tanto. Prega per me. Io domani sera verrò in chiesa”.

Finney andò a casa e a fare le sue faccende. La mattina successiva, alle sette circa, l’uomo del saloon uscì fuori dal suo ufficio e cominciò ad attraversare la strada. La sua cravatta era per traverso, la sua faccia era coperta di polvere, coperta di sudore e macchiata dalle lagrime. Egli stava dondolando come se fosse ubriaco.

Ma torniamo a quella stanza. Egli aveva preso la sedia girevole e aveva sfasciato lo specchio, il caminetto, la scrivania e le altre sedie. Egli aveva sfasciato il divisorio in ogni lato.

Ogni bottiglia, ogni barile, ogni banco e ogni specchio in quel saloon fu frantumato e rotto. La segatura stava galleggiando alto fino alla caviglia in un terribile miscuglio di birra, gin, whisky e vino. Nell’azienda del gioco d’azzardo i tavoli furono frantumati, i dadi e le carte da gioco erano nel caminetto a bruciare.

Egli andò dall’altro lato della strada barcollando, salì sulle scale di casa sua, e si sedette pesantemente sulla sedia della sua stanza.

Sua moglie chiamò la piccola ragazza: “Maggie, corri al piano di sopra a dire a papà che la colazione è pronta”.

La ragazza salì lentamente le scale. Mezza intimorita, ella stette in piedi sulla porta e disse: “Papà, la mamma ha detto che la colazione è pronta; ha detto di scendere”.

“Maggie, tesoro, papà non vuole nessuna colazione”.

Quella piccola ragazza non camminò, ella volò giù per le scale: “Mamma, papà ha detto: “Maggie, tesoro” e egli non …”

“Maggie, tu non hai capito. Vai su di nuovo a dire a papà di scendere giù”. Maggie salì di nuovo al piano di sopra seguita da sua madre. L’uomo alzò gli occhi appena sentì i passi della bambina, allargò le sue ginocchia e disse: “Maggie, vieni qua”.

Timidamente terrorizzata, e tremando, ella andò da lui. Lui la alzò, la mise sulle sue ginocchia, strinse la sua faccia al petto della piccola e pianse.

La moglie che stava in piedi alla porta, non sapeva che cosa era successo. Dopo un po’ di tempo, egli la notò e disse: “Moglie, vieni qua”. Egli la fece sedere sull’altro suo ginocchio, gettò le sue grosse braccia attorno a quelle due anime che egli amava ma di cui aveva così spaventosamente abusato, abbassò la sua testa tra loro e pianse singhiozzando fino a che la stanza quasi tremò per l’impatto della sua emozione.

Dopo alcuni minuti, egli controllò se stesso, guardò in faccia a sua moglie e alla sua bambina e disse: “Moglie, figlia, voi non avete più bisogno di avere paura di me. Dio, oggi, vi ha portato a casa un uomo nuovo, un nuovo papà”.

La stessa sera quell’uomo, sua moglie e la bambina camminarono lungo il corridoio della chiesa, diedero il loro cuore a Cristo e si unirono alla chiesa.

 

Tratto da: Liberty Prison Ministries Tracts
lanuovavia.org

 

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