MANI IN ALTO!
La “donna” si dirigeva dritto dritto verso Billy Petit, seduto dietro lo sportello numero 2 di una banca di Pontoise.
L’agenzia aveva appena aperto alle otto e mezzo, quel 11 agosto del 2001. Per Billy, impiegato di banca di 31 anni, e anche pastore di una Chiesa evangelica, era il suo ultimo giorno di lavoro prima della sua partenza in vacanza. Alcuni clienti aspettavano pazientemente che ci si occupasse di loro.
Billy non avrebbe mai immaginato, persino nei suoi peggiori incubi, che quella “donna” facesse ciò che stava per fare.
In realtà, si trattava di un giovane travestito. Quell’ex-impiegato dell’agenzia era stato licenziato due anni prima per appropriazione indebita di fondi. Durante tutto quel tempo, aveva tramato la sua vendetta. Billy non lavorava nemmeno là all’epoca dei fatti, ma stava per essere il primo a fare le spese della vendetta del “giustiziere”.
Affondando la mano nella borsa, l’uomo estrasse una rivoltella con il silenziatore: “Mani in alto”! ordinò. Prima che Billy avesse il tempo d’obbedire, lo sconosciuto gli sparò una pallottola a bruciapelo, proprio a fianco del cuore.
“Nella mia testa non mi rendevo conto di quello che mi accadeva. C’è stato l’impatto e il sangue ha cominciato a colare. Ciò mi faceva molto male. Ma pensavo: Questo non può essere vero. Dev’essere uno scherzo. È sicuramente una pallottola di caucciù”.
Originario di Haiti, Billy era immigrato in Francia ad otto anni, e la vita nel suo paese adottivo era stata tranquilla, fino a quel famoso giorno.
Un collega era anche stato costretto a chiudere la porta a chiave e a tirare le persiane affinché tutti pensassero che l’agenzia era chiusa. Il calvario di Billy stava per durare cinque ore.
Il malvivente fece scendere nella stanza della cassaforte gli impiegati e il direttore. Obbligò quest’ultimo a legare le altre persone con un grosso scotch nero resistente. Billy era per terra e il suo sangue colava. Arrivato vicino a lui, il direttore rifiutò di legarlo: “È ferito”, disse.
E l’altro rispose freddamente: “Ad ogni modo con quello che ha ricevuto gli resta pochissimo tempo”.
“Così, quell’uomo era sicuro che io stavo per morire”, racconta Billy.
Billy continua: “È salito al primo piano con il direttore; era stato lui che aveva dovuto licenziarlo su ordine della banca. Quell’uomo era premuroso, alla mano, un amico, ricorda Billy. Un momento dopo abbiamo sentito degli spari soffocati dal silenziatore della pistola. E poi il rumore sordo di un corpo che cade per terra”. Poco tempo dopo, l’uccisore scese. Prese un altro impiegato che conosceva il codice che dava accesso al denaro, e insieme risalirono. Poi, ancora quel rumore di spari. Il bandito ridiscese, senza il collega. Esigette che un altro salisse con lui.
“A questo punto, abbiamo cominciato a capire ciò che accadeva” spiega Billy. Ancora degli spari. In conclusione, due persone furono uccise e un’altra ricevette una pallottola nella gamba.
Una “visita” dal cielo
Fra quelli che rimanevano in basso c’era angoscia: tutti guardavano la morte in faccia. Billy faceva fatica a respirare: era vittima di un’emorragia interna. Quando comprese he l’uccisore stava per abbattere i suoi colleghi, seppe che non era un macabro scherzo.
“Ho detto: Signore, se bisogna che rientri oggi a casa, sono pronto. Poi qualcosa d’eccezionale si è verificato: fu come una vampata di calore, la mano di Dio. Sentii lo Spirito che veniva nel mio cuore e seppi che non stavo per morire. Avevo la pace di Dio”.
La polizia aveva accerchiato il quartiere. L’uccisore uscì con due ostaggi e riuscì a darsi alla fuga, uccidendo un altro uomo che passava di là e ferendo sua moglie prima di rubare la loro macchina. Fu arrestato due giorni più tardi, a casa sua.
Sebbene Billy fosse stato portato all’ospedale in urgenza e fosse stato operato subito, erano già sei ore che la pallottola aveva trapassato il suo petto. Aveva perso molto sangue. Il suo collega, il pastore Dominique Taillifet racconta: “Ci hanno telefonato dicendo che Billy era morto. Più tardi, abbiamo appreso che non era vero, ma che era stato gravemente ferito”. Il pastore così come altri membri della Chiesa si sono messi a pregare.
Quindici giorni dopo l’operazione, Billy andava in convalescenziario. All’uscita dall’ospedale, incontrò il professore che l’aveva operato.
“Non comprendo”, gli disse. Si mise ad enumerare sei o sette ragioni per le quali Billy sarebbe dovuto morire.
“(…) È un miracolo! Si stupì. Signore, crede ai miracoli?” (Billy racconta questa parte della storia con gli occhi sfavillanti e un riso gioviale). “Gli ho risposto che credevo in Gesù Cristo”.
Un male per un bene
Billy non ha nessun pensiero di vendetta. “Non ho nessun odio. Prego affinché quell’uomo incontri Dio”.
Il giovane pastore vede che quell’orribile esperienza ha avuto molte conseguenze positive. “Nell’agenzia dove lavoro, la storia è conosciuta, e la maggior parte dei trecento cinquanta impiegati sanno che sono cristiano”.
Dei colleghi vengono talvolta nel suo ufficio al momento della pausa. Certi che fino a quel momento erano stati un po’ scettici, si pongono delle domande.
Alcuni hanno anche assistito ai servizi di battesimo nella Chiesa evangelica di Saint-Germain-en-Laye, che è la Chiesa madre dell’annessa di Chanteloup, nella periferia parigina, dove serve come pastore.
Il cambiamento che è avvenuto nel quartiere dove si trova la sua Chiesa lo ha lui stesso sorpreso.
“È un quartiere difficile, sottolinea il pastore Petit. Spesso, perché i giovani vi rispettino, bisogna aver fatto della prigione o avere avuto uno scontro con la polizia. Quello che mi è accaduto ha fatto il giro del quartiere e mi ha recato un certo rispetto da parte dei giovani. Tutti sanno che ho ricevuto una pallottola. Prima, quando li incontravo, mi gettavano uno sguardo pieno d’odio. Ora, quest’odio ha lasciato il posto al rispetto. Quando li vedo e li saluto, mi rispondono”.
Billy parla con passione del suo quartiere, e soprattutto dei giovani e dei bambini. “Alle undici di sera o mezzanotte, vedi dei bambini di cinque o sei anni all’esterno. Sono dei piccoli adulti, dei veri duri”.
Recentemente Billy ha organizzato con la sua Chiesa una riunione speciale per loro. Aspettavano qualche ragazzino ma con sorpresa generale, la sala era arcicolma.
“In quel giorno, ha osservato il pastore, nello spazio di un momento, sono ridiventati bambini. Cantavano, ridevano”, racconta con entusiasmo.
Quando pensa ai tremila bambini nella città di Chanteloup, è come se gli si ponesse la stessa domanda del medico: “Signore, crede ai miracoli?” Ha già visto la mano di Dio nella sua vita e non dubita che Dio ha ancora dei miracoli in serbo per le persone del suo quartiere ferito.
David Porter