SAPER ASPETTARE L’INTERVENTO DI DIO

SAPER ASPETTARE L’INTERVENTO DI DIO

Il tempo per l’uomo è sempre stato qualcosa di particolare.

È un argomento che troviamo spesso nella Parola, e il trascorrere di esso è sempre stato un dilemma.

Uno dei tanti esempi lo troviamo quando Israele è nel deserto e Mosè è sul monte: bastarono meno di 40 giorni perché il popolo si facesse un idolo (vitello d’oro) Esodo 32 e chiedessero che il suddetto idolo andasse avanti a loro (v.1) dimenticando quanto Dio aveva fatto per loro e come lo avevano visto agire in prima persona. (Esodo 13:21 E l’Eterno andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli per il loro cammino; e di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, onde potessero camminare giorno e notte.)

Giovanni 5:1 Dopo queste cose ci fu una festa de’ Giudei, e Gesù salì a Gerusalemme. 2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, v’è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d’infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici [, i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua; 4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l’acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l’acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito]. 5 E quivi era un uomo, che da trentott’anni era infermo. 6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da gran tempo stava così, gli disse: Vuoi esser risanato? 7 L’infermo gli rispose: Signore, io non ho alcuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me. 8 Gesù gli disse: Lèvati, prendi il tuo lettuccio, e cammina. 9 E in quell’istante quell’uomo fu risanato; e preso il suo lettuccio, si mise a camminare.

Nel passo che abbiamo letto c’è un uomo che da ben 38 anni è malato, non ci è dato sapere che malattia egli avesse, ma sappiamo che tale malattia non gli permetteva di muoversi agilmente e velocemente.

Trentotto anni, un tempo profondamente lungo, e sotto un’analisi prettamente umana, potremmo affermare che un’attesa così lunga porti a uno sfinimento prima che fisico, psicologico.

Eppure la Parola ci dice che quell’uomo è lì che aspetta.

Da quanto tempo stai aspettando? Mesi, anni? Al di là del tempo trascorso, probabilmente esso ti sembra lunghissimo, e per tanto, se non pienamente, nella mente si stanno insinuando pensieri e domande che ledono la nostra fede in Cristo.

Ti voglio portare a quest’uomo e a quella vasca, a quell’acqua agitata e a quella attesa che fino a quel momento lo ha deluso perché è arrivato qualcuno prima di lui.

Trentotto anni… confesso che anche il mio cuore trema davanti a un tempo così lungo e la mia mente è scossa.

Ti voglio chiedere di guardare alla tua attesa, al tempo trascorso, al fatto che ancora nulla è successo, e a quanti attorno a te invece hanno ricevuto.

È molto probabile come abbiamo detto, che la nostra mente “ci suggerisca” cose che mettono in discussione l’amore di Dio per noi, e che per tanto la nostra fede produca “scricchiolii” come sintomo di cedimento.

Io ti dico che è il tempo migliore che io e tu stiamo vivendo: è il tempo della scissione dall’uomo carnale a quello spirituale, è il tempo della formazione e dell’essere modellati, è il tempo dove ci viene chiesto che la nostra fede possa mettere radici profonde nella nostra vita, è il tempo dove sperimentiamo la Sua gloria nell’attesa della Sua opera nella nostra vita .

Come detto è il tempo della scissione dall’uomo carnale, e so per esperienza personale che non è facile.

Sentiamo tutto il nostro essere che ci stringe in una morsa che porta il nostro cuore in una fitta che toglie il fiato.

Non è facile, ma NON È IMPOSSIBILE.

Torniamo al nostro uomo: lui era lì in attesa.

Dio ci chiede di essere anche noi lì quando arriverà per operare, ricordandoci che nell’attesa noi non siamo soli, non siamo dimenticati, ma più che mai siamo al centro della Sua attenzione.

Dio ci fa una delle più belle dichiarazioni d’amore:

Isaia 49:15,16 Una donna dimentica ella il bimbo che allatta, cessando d’aver pietà del frutto delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non io dimenticherò te.

16 Ecco, io t’ho scolpita sulle palme delle mie mani; le tue mura mi STAN DEL CONTINUO DAVANTI AGLI OCCHI.

Al v.6 Gesù, VEDUTOLO che giaceva E SAPENDO CHE GIÀ DA GRAN TEMPO stava così, gli disse: Vuoi esser risanato?

Ecco qui, non solo lo ha visto ma Egli CONOSCE il tempo dell’attesa.

Caro in Cristo, Dio ha costantemente il Suo occhio d’amore sulla nostra vita, per quanto gli avvenimenti diano a una mente umana un risultato di solitudine e di disinteresse da parte Sua, sappi che non è così .

Gesù gli fa una domanda:

Vuoi essere risanato?

E non solo in questa situazione vediamo una simile domanda, ma in quasi tutti i miracoli che Gesù fece.

Sembra una domanda che potremmo dire inutile: chi stando male non desidera ricevere guarigione?

Ma il Maestro sta chiedendo, perché prima di operare nel corpo vuole parlare al nostro cuore; Egli ci ama e desidera instaurare un rapporto con noi, desidera che noi possiamo prendere profonda e reale conoscenza di chi Lui sia.

Spesso questo noi non lo permettiamo, noi abbiamo un rapporto con Dio che è di continue richieste, un rapporto dove Egli è lì solo per esaudirci.

La risposta dell’uomo v.7 Signore, io non ho alcuno ci descrive in modo chiaro, che lui non ha idea di chi si trova davanti, non comprende la reale domanda di Gesù.

Spesso noi stessi non riusciamo a comprendere quanto Egli ci dice, come quest’uomo siamo talmente presi dal problema e dal tempo che esso è presente nella nostra vita, da non sentire la Sua voce e non permettere a Lui di compiere la Sua opera nella nostra vita.

Quest’uomo aveva fatto l’incontro più importante di tutta la sua vita e non aveva più bisogno:

  • dell’acqua mossa davanti a lui: c’era chi aveva creato l’acqua.
  • Non aveva bisogno di angeli davanti a lui: c’era chi li aveva creati.
  • Non aveva bisogno di aiuto per ricevere guarigione: Dio stesso era dinanzi a lui.

Ma tutte queste cose lui non le aveva capite.

E spesso anche noi dimentichiamo a chi abbiamo arreso il nostro cuore, non realizziamo veramente e pienamente chi è Dio e il Suo amore per noi .

Dimentichiamo che oggi noi abbiamo un altro privilegio che in quel momento non era per tutti, v.7 Signore, io non ho alcuno.

Presso quella vasca vi erano molti infermi, ma solo uno riceve dal Maestro; noi oggi abbiamo invece il privilegio di sapere che ognuno di noi è nella profonda attenzione di Dio, con piani e tempi diversi, ma per tutti noi c’è la Sua mano tesa e la Sua grazia promessa.

8 Gesù gli disse: Lèvati, prendi il tuo lettuccio, e cammina

Ecco cosa accade nel momento che lasciamo che Dio arrivi nella nostra vita.

Non so quanto tempo io e tu dovremo aspettare, ma so una cosa, come abbiamo già detto: Dio non distoglie il Suo sguardo dalla vita dei Suoi figli, tutto è sotto il Suo controllo, il mio e tuo compito è solo quello di restare fedele a Lui, di avere SEMPRE quel rapporto intimo per ascoltare, quando sarà il momento, la Sua voce che ci dice:

LÈVATI, PRENDI IL TUO LETTUCCIO, E CAMMINA .

Noi abbiamo il nostro Salvatore, con il Suo Amore che ogni giorno non ci lascia mai.

Giobbe 35:14 E tu, quando dici che non lo scorgi, la causa tua gli sta dinanzi; sappilo aspettare!

Lamentazioni 3:26 Buona cosa è aspettare in silenzio la salvezza dell’Eterno.

Ora voglio in modo breve dire un’altra cosa che Dio mi ha messo nel cuore in questa meditazione.

Dio chiede a noi di essere l’estensione del Suo braccio, ma non trova 4 persone che siano disposte a prendere chi è nel bisogno, che con fatica e amore, se lo carichi addosso, si arrampichi, faccia un buco nel tetto e porti quella vita con le sue difficoltà alla presenza del Maestro (Luca 5:17 in poi)

In noi abbiamo un amore phileo che è un amore umano fraterno, ma se VERAMENTE SIAMO UNO IL LUI avremo un amore agapè, divino.

Questo tipo di amore non lo si afferma, ma lo si vive, è un amore che sorprende per prima noi stessi, e chi ci è accanto lo vedrà, restando sbalordito, e riconoscerà che noi siamo con Gesù, (Atti 4:13 Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni, e avendo capito che erano popolani senza istruzione, si maravigliarono e riconoscevano che erano stati con Gesù.)

nella profonda consapevolezza e meraviglia che non procede da noi: questo attesta anche a noi stessi che davvero siamo uno in Lui.

Matteo 22:37-39

37 E Gesù gli disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore è con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. 38 Questo è il grande e il primo comandamento. 39 Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso.

Giovanni 15:12-14

12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. 13 Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici. 14 Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando.

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