PORTE APERTE “ERITREA: “RILASCIARE I CRISTIANI IMMEDIATAMENTE E SENZA CONDIZIONI”

PORTE APERTE “ERITREA: “RILASCIARE I CRISTIANI IMMEDIATAMENTE E SENZA CONDIZIONI”

NELLA FOTO: Donne eritree riunite in preghiera

Nel mese di maggio, due cristiani sono stati arrestati ad Asmara, capitale dell’Eritrea, aggiungendosi alla lista di coloro che sono in carcere a motivo della fede. Il portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani in Eritrea ha chiesto al governo di “rilasciare immediatamente e senza condizioni” le persone imprigionate a motivo della fede.

Fonti locali ci hanno riferito che i due cristiani sono stati arrestati il 10 maggio scorso con l’accusa di appartenere a un gruppo religioso non riconosciuto dal governo. Una legge del 2002, infatti, legittima la libertà di culto solo alle chiese ortodosse, cattoliche e luterane. I cristiani che non appartengono a uno di questi tre gruppi, quindi, sperimentano livelli molto alti di persecuzione, come la discriminazione, il monitoraggio, le incursioni nelle case e gli arresti.

Solo a marzo 2021, più di 30 cristiani sono stati prelevati dalla polizia durante una serie di raid nelle città di Asmara e Assab.

È difficile sapere con esattezza quanti in Eritrea siano detenuti a causa della fede, non esistono infatti dati ufficiali. Tuttavia, fonti locali stimano che tale numero possa oscillare tra le 600 e le 1200 persone.

“Dal 2020, il governo eritreo ha iniziato a rilasciare i cristiani imprigionati per la fede, inducendo a pensare che stesse allentando le sue politiche repressive”, ha affermato Yonas Dembele, analista del team di ricerca di Porte Aperte/Open Doors. “Tuttavia, i recenti arresti hanno spento tali speranze. Sono soprattutto i cristiani pentecostali a essere considerati ‘strumento dei governi stranieri’”, ha poi concluso.

È inoltre probabile che, una volta rilasciati, gli ex-detenuti vengano costretti ad arruolarsi nell’esercito locale, spesso in condizioni disumane e senza un salario sufficiente a provvedere alle necessità di base.

“Porte Aperte/Open Doors continua a chiedere alla comunità internazionale di sollecitare il governo eritreo a rispettare pienamente la libertà di religione e a fermare l’arresto arbitrario e la detenzione a tempo indeterminato di centinaia di cristiani che non hanno mai beneficiato di un giusto processo legale”, ha affermato Jo Newhouse, portavoce del lavoro della nostra missione nell’Africa subsahariana.

Per favore, pregate per i cristiani in Eritrea.

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