TOGLITI I CALZARI

TOGLITI I CALZARI

Esodo 3:5

E Dio disse: ‘Non t’avvicinar qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è suolo sacro’.

Il desiderio di avvicinarsi a Dio, alla Sua realtà, e alle Sue manifestazioni, è intrinseco nell’uomo che esso sia un credente, che sia un neofita, e tanto più un “nato di nuovo”.

Ma come ci si accosta a Dio?

Nel brano che abbiamo letto, se andiamo nei versetti precedenti, vediamo che Mosè è attratto dal pruno che arde ma non si consuma v.3.

Noi siamo attratti da Dio, dalle Sue manifestazioni, e Dio ci vuole attrarre (Giovanni 15:16 Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente; affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo dia.), e ci chiama in molti modi, lo fa prima che noi lo conoscessimo, lo continua a fare nel percorso del “conoscerlo”, lo continua a fare dopo la nostra arresa a Lui.

Ma il percorso che ci avvicina a Lui, è un percorso che deve evolversi:

  • Mosè vede il pruno (2 E l’angelo dell’Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo a un pruno)
  • Mosè vede che il pruno non si consuma (2 Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava)
  • Mosè decide di andare a vedere questo evento così eccezionale (3 E Mosè disse: ‘Ora voglio andar da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!)

Potremmo definire questi passaggi, i nostri passaggi nel rapporto personale che abbiamo con Dio. Passaggi meravigliosi, fatti di esperienze, di emozioni, di sentimenti, i quali ci conducono a un punto importante e cruciale, lo stesso punto dove si trovò Mosè.

v.4 E l’Eterno vide ch’egli s’era scostato per andare a vedere. E Dio lo chiamò di mezzo al pruno, e disse: ‘Mosè! Mosè!’ Ed egli rispose: ‘Eccomi’.

Dio vede che ora Mosè si avvicina a Lui, al Suo richiamo lui ha risposto, la vita di Mosè si avvicina a Dio, e mentre egli si avvicina ecco che giunge in modo più chiara e diretta la voce di Dio, il quale lo chiama per nome.

Fino a questo momento solo un evento “eccezionale” aveva attirato la vita di Mosè a Dio, e nel rispondere al Suo invito, avvicinandosi a Dio egli ode la voce che lo chiama per nome.

Prima di questo momento Mosè non aveva avuto nessun rapporto con Dio, non Lo conosceva, ma dopo essersi fatto “scegliere”, c’è un altro passaggio che deve fare, alla chiamata di Dio lui risponde: ECCOMI.

Abbiamo iniziato a parlare di evoluzione, e già in questi pochi passaggi, ne abbiamo viste.

Prima di proseguire con la nostra meditazione, soffermiamoci su quanto abbiamo detto e letto, se oggi sei un uomo o una donna che ha già fatto una esperienza con Dio, o stai facendo quel percorso che ti consentirà di conoscere il meraviglio amore di Dio hai comunque la necessità di chiederti a che punto “evolutivo” sei nel tuo rapporto con Dio. Hai seguito i vari passaggi a cui Dio ti ha chiamato?

L’uomo per indole ha la tendenza a giungere ai propri obbiettivi mediante delle scorciatoie, ma con Dio non vi sono scorciatoie.

(Giovanni 14:6 Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Giovanni 10:1 In verità, in verità io vi dico che chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale da un’altra parte, esso è un ladro e un brigante.)

Mosè ora che sente e risponde alla voce di Dio, non ha terminato il suo “cammino evolutivo”, ma ha solo completato il primo passaggio che lo porterà:

Eso 33:11 OR L’ETERNO PARLAVA CON MOSÈ FACCIA A FACCIA, COME UN UOMO PARLA COL PROPRIO AMICO;

Ogni giorno c’è la voce di Dio rivolta alla nostra vita, e ogni giorno Dio aspetta che noi rispondiamo ECCOMI.

Non ci sono anni, non ci sono esperienze, non ci sono eventi che ci possono esimere da questo rinnovo e continuo cammino verso il nostro Padre.

E dopo quella risposta che attesta il completo abbandono di Mosè verso quel Dio che lui ancora non conosce, Dio chiede a Mosè ancora un altro “passaggio”:

v.5 E Dio disse: ‘Non t’avvicinar qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è suolo sacro’.

Dio dice a Mosè due cose in modo chiaro e senza margini di “trattativa”:

  • Non ti avvicinare
  • Togliti i calzari

Ecco il momento della capacità reale di sottomettersi a Dio, ricordiamoci che Mosè non conosce realmente Dio, non saprà cosa vuole, non saprà bene chi è, ma in quel “percorso” che ha fatto una cosa sa, lì c’è qualcuno molto più grande di lui, al quale lui deve completa ubbidienza.

E Mosè arriva ora a un altro punto, il primo come abbiamo detto è quello che non si possono prendere scorciatoie per arrivare a Dio, il secondo e che non vi possono essere nessun tipo di barriere. E Mosè ne aveva ed erano i suoi sandali.

Calzari: Essi portavano impurità, si usava togliere i sandali quando si entrava a casa per una cerimonia, e nei paramenti dei sacerdoti i calzari non vengono citati, e per tanto si pensa che le funzioni nel santuario li svolgessero a piedi nudi.

Ma i calzari non solo erano causa di impurità, ma anche di separazione con Dio.

Il luogo dove Mosè si trovava era un luogo santo per la presenza di Dio, per tanto nella terra sotto i piedi di Mosè era intrinseca la presenza di Dio, nel rimuovere i suoi calzari, non solo lui rimuoveva l’impurità dalla sua vita che non gli avrebbe permesso comunione con Dio, ma non gli avrebbero permesso di essere in pieno contatto con Dio.

Solo dopo questo Mosè riceve tutte le promesse e la guida da parte di Dio, solo dopo aver rimosso quanto lo separava e mentre i suoi piedi calcavano quel luogo profondamente ripieno di Dio che Egli rivela a lui quanto si servirà della sua vita.

Ma rivela qualcosa di più grade chi Dio è l’Io sono v.14.

Caro abbiamo anche noi bisogno di seguire l’esempio di Mosè, avere una vita di “evoluzione” spirituale, che ci porta a rimuovere ogni cosa non appartiene a Lui e che ci impedisce di avere intimità con il Padre.

Gv 17:11 E io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, essi che tu m’hai dati, affinché siano uno, come noi. 

Gv 17:21 che siano tutti uno; che come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. 

Gv 17:22 E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno;

I nostri piedi dove sono poggiati? Sono poggiati dove vi è la presenza di Dio? Abbiamo tolto impurità e barriere al fine di vivere nella piena comunione con Dio?

Mosè poté dirlo non con la sua voce ma con la sua vita, da quel momento egli farà cose che attesteranno che Lui aveva fatto un reale e profondo incontro con Dio.

Si presenterà al faraone in nome di un Dio che lui stesso a malapena lo riconosce, ma lui aveva tolto i calzari dai suoi piedi e aveva istaurato una profonda relazione con Dio, che gli consentirà di sfidare il più potente esercito di quel tempo e di vincere nel nome dell’Eterno.

C’è un tempo di grande prova così come lo era per Israele, ma noi possiamo vivere e sperimentare quanto Mosè sperimentò. E come Israele vide la liberazione e la vittoria, la potremo vedere anche noi.

Abbiamo bisogno di lasciare tutto, togliere quanto ci separa da Dio, dalle impurità alle situazioni che possono come i sandali di Mosè, impedirci di entrare nella piena comunione con Dio.

Non è quello che noi crediamo di essere che ci fa essere intimamente legati a Dio. Mosè credeva di essere un principe egiziano, ma in realtà egli era molto di più, ma non lo sapeva, lo ha SPERIMENTATO solo quando davanti alla presenza di Dio ha:

  • Ubbidito
  • Ha rimosso
  • È entrato in piena comunione con la Sua realtà.

Non basta togliere quanto ci contamina, abbiamo bisogno di avere un rapporto profondo, intimo con Dio.

Giovanni 15:5 Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.

Efesini 6:15 e calzati i piedi della prontezza che dà l’Evangelo della pace;

Camminano attraverso la Sua Parola, sulla guida della Sua Parola, e controlliamo le orme che lasciamo per capire se, come Mosè, stiamo vivendo in intima e profonda comunione con Dio svolgendo a pieno la Sua volontà.

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