Compassion: “Tailandia: Adun, sostenuto da Compassion, sopravvissuto all’incidente nella grotta”
Adun e i suoi compagni di squadra sono finalmente liberi dopo 18 giorni in una grotta della Tailandia. Questo coraggioso ragazzo, sostenuto da Compassion, ha una storia unica e ha svolto un ruolo chiave nei soccorsi.
La storia di Adun e quella dei suoi compagni di squadra ha catturato l’attenzione di tutti. Dodici ragazzi di 11-16 anni e il loro allenatore di 25 anni si sono avventurati nella grotta di Luang Nang Non, nel nord della Tailandia.
Nessuno di loro avrebbe mai immaginato di scomparire dal mondo esterno per quasi tre settimane. Le piogge incessanti hanno allagato la grotta, intrappolando i ragazzi a 4 chilometri dall’ingresso.
È solo per miracolo se questi ragazzi sono stati salvati, grazie agli eroici sforzi delle squadre di soccorso. Appena sono state trovate le loro scarpe fuori dalla grotta, è iniziata un’importante operazione di ricerca. Esperti da tutto il mondo si sono recati sul posto, determinati nel trovare i ragazzi e salvarli.
Ma una volta scoperto dove fossero finiti, sarebbe stato impossibile recuperarli se Adun, che parla inglese, birmano, mandarino e tailandese, non avesse svolto il ruolo di interprete.
Adun ha comunicato con i sommozzatori, traducendo per i suoi compagni di squadra e dando al mondo un sospiro di sollievo: è stato lui a confermare che tutti e 13 erano ancora vivi.
Ma già prima di avere un ruolo chiave nella traduzione con i soccorritori, Adun aveva un’incredibile storia da condividere.
Che succede se non puoi dimostrare chi sei?
Adun è aiutato dalla chiesa locale e dal centro Compassion da quando aveva sette anni.
I suoi genitori, di etnia lua, volevano dargli una vita migliore attraverso l’istruzione e l’amore di Dio. Così, una volta raggiunta la Tailandia, Adun, maggiore di cinque figli, è stato iscritto al programma di adozione a distanza di Compassion.
Ma perché i genitori di Adun lo hanno portato in Tailandia?
Nei Paesi confinanti con la Tailandia, molto spesso gli scontri tra gruppi etnici, i disordini e le violenze a sfondo politico mettono in pericolo la vita delle persone. Dare ad Adun l’opportunità di crescere in Tailandia gli avrebbe donato quella vita migliore che i suoi genitori avevano sempre sognato. Però, vivere in Tailandia senza cittadinanza può avere conseguenze pericolose.
La Tailandia è luogo di origine, transito e arrivo di adulti e bambini vittime di sfruttamento sessuale e schiavitù. I migranti, le minoranze e le ragazze delle tribù del nord del Paese sono molto vulnerabili: non hanno cittadinanza e i trafficanti approfittano della loro difficile situazione per minacciarli e sfruttarli.
Oltre al rischio di sfruttamento, questi bambini e adulti non hanno facile accesso a ospedali e scuole. Senza cittadinanza, bambini e ragazzi non ricevono istruzione o buone possibilità di lavoro. Non possono possedere terra e non sono liberi di vivere o lavorare fuori dalla loro provincia.
Per questo motivo, molti membri delle tribù non possono ottenere documenti: come puoi dimostrare chi sei e da dove vieni se non hai un certificato di nascita?
I genitori di Adun indossano abiti tradizionali per un evento di ringraziamento nella chiesa locale.
Compassion: come stiamo aiutando?
Con tutte queste sfide, i nostri operatori in Tailandia lavorano incessantemente per aiutare i bambini idonei a ricevere la cittadinanza. Negli ultimi anni abbiamo aiutato centinaia di bambini a ottenere cittadinanza e carte d’identità. Anche prima di essere intrappolato nella caverna, i nostri operatori avevano già iniziato ad aiutare Adun a vedere riconosciuti i suoi diritti.
“Vogliamo che Adun torni ad avere una vita normale”, racconta Go Shin, pastore della chiesa a cui è legato il Centro Compassion in cui il ragazzo è iscritto.
“Adun è un ragazzo di soli 14 anni, deve poter studiare. Ci sono tanti altri bambini, nella chiesa e nel centro Compassion, che provengono da esperienze e livelli di povertà come Adun. Continueremo a prenderci cura di tutti i bambini e di Adun, provvedendo tutto ciò di cui ha bisogno”.
Lei è Muebuletu. Compassion sta aiutando anche la sua famiglia a ottenere diritti e cittadinanza. “Senza carta d’identità, non potrò mai avere un lavoro o una paga decente. Sono costretta a vivere qui, tra i monti del nord. Se esco da questa zona verrò arrestata”, spiega sua mamma Norpoe.
Guardando al futuro
Da quando è stato dimesso dall’ospedale il 18 luglio, Adun è tornato nella sua capanna, poi è andato in chiesa. Gli altri 11 ragazzi rimasti intrappolati hanno preso parte a una cerimonia buddista, ma Adun non ha partecipato. Ha preferito partecipare a un culto di ringraziamento nel centro di Compassion della sua chiesa locale. Durante la riunione si è ricordato anche il soldato che ha perso la vita nella missione di salvataggio.
“Era la decima notte durante la grotta: molti di noi stavano perdendo la pazienza, la speranza, l’energia fisica e il coraggio. Non potevamo fare nulla per cambiare la situazione. L’unica cosa che potevo fare era pregare. Ho detto a Dio “Signore, sono solo un ragazzo, tu sei onnipotente e sei santo. In questo momento, non posso fare nulla, ma solo tu puoi proteggerci e aiutare tutti noi”, ha raccontato Adun.
“Poi ho concluso la mia preghiera, ringraziando Dio per tutto quello che era successo a me e ai miei amici, tutti e tredici. Grazie a tutti coloro che hanno pregato per me e per la squadra, grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato. Dio vi benedica tutti. Grazie”.
Oltre a essere un bravo studente, Adun ama suonare in chiesa. Spera di diventare medico e giocatore di calcio professionista.
Durante un incontro con alcuni giornalisti, Adun ha raccontato che la sua visione della vita è cambiata. “Questo incidente mi ha insegnato che bisogna sempre pensare alle conseguenze delle nostre scelte: è qualcosa che influenzerà il nostro futuro. Sono sopravvissuto a questo incidente e ora voglio vivere appieno la mia vita”.
Nell’oscurità della caverna, Adun ha fatto brillare la sua luce. Ora è fuori e tutti noi siamo così grati per tutte le preghiere. Per favore, continuate a pregare per la cittadinanza di Adun, così come per le migliaia di altri bambini sfollati in Thailandia.
Nota: Compassion rispetta la volontà del governo tailandese nel proteggere la privacy dei ragazzi. Non intervisteremo Adun fino a quando il governo non lo permetterà e Adun stesso sia disposto a farlo.