GESÙ VERA RAGIONE PER VIVERE

GESÙ VERA RAGIONE PER VIVERE

“Dov’è Dio? Perché non si mostra? Com’è? Che cosa può fare per me?”

Queste domande mi perseguitavano fin dall’infanzia.

Il giorno in cui avevo interrogato mia madre, ella aveva risposto solamente: “Dio esiste… ed Egli punisce il male”.

Queste parole mi avevano inquietato, poiché ero nato con un braccio paralizzato e mi chiedevo con angoscia perché Dio mi avesse punito in questa maniera. In seguito, mia madre aveva tentato di rassicurarmi dicendomi che Dio castigava soltanto le persone da dodici anni in su. Come avrebbe potuto la mia cara mamma, che era molto ignorante lei stessa, fornire migliori spiegazioni?

Sono nato in una famiglia cabila, di religione musulmana, nel Nord dell’Algeria. Eravamo abbastanza praticanti per rispettare l’Aïd-el-Kébir e il Ramadan; fui anche circonciso.

Dunque tutto sembrava in ordine dal lato della religione e in Francia, dov’eravamo venuti ad abitare, vivevamo anche una vita soddisfacente dal punto di vista materiale. Perché allora non ero felice?

Avevo solo cinque anni quand’ebbi la mia prima crisi di epilessia. Ne conservo un ricordo particolarmente vivo e doloroso. Stavo cogliendo fiori in un prato quando persi improvvisamente conoscenza e mi ritrovai all’ospedale.

Mi raccontarono più tardi che senza l’intervento rapido di un vicino sarei caduto in un fosso profondo. Da allora fui costretto a prendere ripetute dosi di medicine. Ahimè, la mia prima terapia divenne presto inefficace. Le droghe non guarivano il mio male, erano appena appena sufficienti ad attenuare i suoi sintomi.

Mi sentivo molto infelice ed anche umiliato per il mio stato. Un giorno, in un momento di estremo scoraggiamento, ingoiai il contenuto di diversi tubetti di compresse contemporaneamente. Credevo ingenuamente che una fortissima dose di medicina avrebbe potuto guarirmi tutto d’un colpo. In ogni caso, mi dissi: “Ora guarisco, o muoio!”

Per una settimana restai immerso in un coma profondo, poi lentamente tornai in vita. Avevo capito la follia del mio atto, ed ero pronto ad affrontare di nuovo la mia esistenza, ma nel mio intimo aspiravo a una vita e a un mondo migliori; avevo sempre sete di Dio!

Ecco perché quando due persone che si dicevano cristiane vennero a visitarmi nel centro medico-sociale dov’ero curato gli prestai attenzione.

Tuttavia, non tardai a scoprire che il loro “cristianesimo” era solo una forma di religiosità un po’ originale che, al pari della mia propria religione, non poteva soddisfare il mio cuore.

Quelle persone sostenevano di credere in tutto l’insegnamento della Bibbia, ma mi facevano leggere ogni genere di libri e i loro periodici invece della Bibbia sulla quale dicevano di fondare il loro credo.

Verso la fine dei miei quattordici anni, ritornai a casa, in una piccola frazione boschiva. Uno degli abitanti di quella frazione, un musulmano che mi conosceva da molto tempo, mi fece sapere che il suo collega di lavoro, un forestale, gli parlava spesso di quello ch’egli chiamava “le cose di Dio”.  Gli piacerebbe sicuramente discutere con te, disse. Dovresti andare a trovarlo.

Il giorno dopo mi presentai dunque, munito di un mio libro “cristiano”, presso quel forestale. Fui accolto molto bene, ma quando gli posi delle domande sul mio “libro” il mio nuovo amico me lo tolse senza dire una parola, poi mi consegnò un volume intitolato “La Sacra Bibbia”.

Eccolo dunque, finalmente, quel famoso libro di cui avevo sentito parlare, che però non avevo letto. Discutemmo per più di tre ore, fui trattenuto a cena, poi ritornai a casa, stringendo sotto il braccio la preziosa Bibbia, che il mio ospite mi aveva regalato, dopo averci iscritto questo testo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).

Sulla via del ritorno altri versetti mi tornarono in mente, tra cui questo: “Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).

Fin da quel momento capii quale era la mia situazione davanti a Dio, vidi che ero perduto a causa del mio peccato che mi separava da Lui.

Il mio cuore fu anche toccato dalla bontà e dall’amore di Dio, che voleva dare gratuitamente la salvezza che non avrei potuto mai meritare né guadagnare. Solo GESÙ CRISTO mi poteva ridare una ragione di vivere e la sola cosa ch’Egli mi chiedeva era di allontanarmi dal peccato mediante il ravvedimento che viene dal cuore, e di ricevere personalmente Gesù, il Salvatore, mandato da Dio affinché io e tutti gli altri uomini, tutti peccatori come me, potessimo essere salvati.

Su quella via del ritorno, poco prima del mio arrivo a casa, tutte le cose presero un altro senso nella mia vita.

Ricevetti come una nuova coscienza. Capii improvvisamente che la mia vera patria, non era né la Francia, né l’Algeria, né alcun altro paese di questa terra dove abbonda l’infelicità, ma il cielo, luogo meraviglioso dove regna l’Iddio che mi ama e mi accetta come sono, per mezzo di Gesù che ha pagato per le mie colpe.

Io non potrei, evidentemente, raccontare tutte le esperienze di questa nuova vita che vivo da anni. Il mio racconto diventerebbe troppo lungo. Ci tengo a dire lo stesso quanto sono felice nelle mie relazioni con altri cristiani e cristiane.

I miei ex-amici algerini e francesi si beffavano di me quando gli parlavo della mia vita cambiata e della mia nuova felicità in Gesù e a poco a poco mi facevano capire che non mi consideravano più come uno dei loro. Cercavo dunque la compagnia di altri uomini e donne che come me amavano il Signore Gesù.

Oggi sono molto incoraggiato nel conoscere degli Algerini e dei Francesi che sono tutti uno in Cristo.

Ci riuniamo per l’adorazione, la preghiera e lo studio della Bibbia; il vincolo che ci unisce è saldo e durevole; poiché traiamo forza e gioia da questa comunione con il Signore Gesù e ci amiamo gli uni gli altri CON UN AMORE CHE CERCA DI DARE PIÙ CHE DI RICEVERE.

Le domande che mi preoccupavano tanto quand’ero piccolo hanno trovato la loro risposta. Chiedetemi, “Dov’è Dio?”, e io rispondo: “Dio è in cielo, ma Egli è anche vicino a me, nella persona di Gesù”; o “Perché Egli non si mostra?”, io dico “Perché il peccato mette una barriera tra Dio e gli uomini peccatori, ma Egli si lascia trovare da tutti quelli che Lo cercano sinceramente. Egli si è rivelato al mio cuore mediante Gesù, e vi dimora per sempre mediante il Suo Spirito”.

E se volete sapere ciò ch’egli può fare per voi, io affermo con piena convinzione: “Egli mi ha salvato e cambiato, Egli ha fatto di me un essere nuovo, Egli guida la mia vita, Egli mi rende felice. Questo è quello ch’Egli può e vuole fare anche per voi. Che cosa occorre di più?”

Ahmed M.

Tratto da: Lanuovavia

 

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