PORTE APERTE “BANGLADESH: NEGOZIO DI ALIMENTARI RIDOTTO IN CENERE A CAUSA DELLA SUA FEDE”

PORTE APERTE “BANGLADESH: NEGOZIO DI ALIMENTARI RIDOTTO IN CENERE A CAUSA DELLA SUA FEDE”

NELLA FOTO: Girilal nel suo negozio bruciato

Quando l’orgoglio si somma alla rabbia, il risultato può essere violenza e distruzione. Ce lo racconta Girilal Barmon, un cristiano ex-indù bangladese di 32 anni, che ha visto il suo piccolo negozio di alimentari bruciare a motivo della sua fede in Gesù.

Girilal e la sua famiglia sono cristiani da oltre 10 anni e vivono in un villaggio indù nella parte settentrionale del Bangladesh. Dal momento della loro conversione, la persecuzione non si è fatta attendere, nel tentativo di riportarli sui loro passi: tornare all’induismo, come il resto della popolazione locale.

Quando 2 mesi fa il padre di Girilal è morto, il modo cristiano di celebrare il funerale da parte della famiglia ha fatto arrabbiare i parenti indù e i vicini di casa che, nella notte del 21 giugno, hanno dato alle fiamme il suo minimarket, l’unica fonte di reddito per la famiglia.

Nell’incendio sono andati distrutti beni per un valore di oltre 254.000 Taka (circa 2.650 euro). La perdita dell’attività è stata un duro colpo per Garilal che più volte è crollato pensando al futuro: ora non sa cosa fare o come poter ricominciare.

Quando non lavorava nel negozio, Girilal era in chiesa o a casa ad aiutare e servire le persone. Non era ricco, ma aveva risorse sufficienti per dedicarsi, oltre alle necessità della sua famiglia, anche ai bisogni degli altri.

I partner locali di Porte Aperte stanno ora pregando per questa situazione mentre cercano un modo per aiutare Girilal a rimettersi in piedi.

Il Bangladesh si trova alla posizione n.29 della World Watch List


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Nei contesti di persecuzione un cristiano può trovarsi solo di fronte a una folla che lo aggredisce o alla propria famiglia che lo allontana da casa.

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