IRAN “IL PEGGIOR INCUBO PER UNA MADRE”
Nella mia testa sento ancora i colpi alla porta di Rachel.
Immagino una giovane donna iraniana accovacciata in un angolo mentre si tiene stretta alla figlia spaventata.
Rachel e suo marito erano i responsabili di una comunità familiare in Iran. Hanno lasciato l’islam per seguire Gesù. Sapevano di correre il rischio di svegliarsi con la polizia che bussava alla loro porta, ma non se ne preoccupavano. Hanno sempre pensato “Dio ci proteggerà!”. Poi è arrivata la prigione.
Rachel si è improvvisamente ritrovata nella prigione di Evin, a Teheran, e per due settimane non ha potuto contattare la sua famiglia.
Amo la sua trasparenza, lei ha detto di essere rimasta molto delusa da Dio per aver permesso che ciò accadesse. Poi, come spesso accade, Dio si è rivolto a questa giovane madre risollevandola.
Io, come mamma, non riesco nemmeno a immaginare l’incubo vissuto da Rachel, ma la sua storia mi ricorda che esistono milioni di credenti nascosti che, in questo momento, temono di sentire bussare alla propria porta.
La storia di Rachel è per me un sobrio promemoria per pregare per quei leader di chiesa in Iran che sono a un passo dalla prigione, per i credenti in Nord Africa che non possono dire apertamente alla loro famiglia che seguono Gesù, per i cristiani nordcoreani costretti a seppellire la loro Bibbia ogni volta che finiscono di leggerla…
Contiamo sul fatto che vi unirete a noi e vi impegnerete a pregare e a sostenere la nostra famiglia in Cristo.
Rachel, dalla sua cella in prigione, ha rivolto queste parole a un’altra detenuta: “Gesù è reale e mi ha cambiato il cuore. VALE LA PENA DARE TUTTO PER LUI”.