COREA DEL NORD: RICORDATEVI DI COLORO CHE SONO IN FUGA COME SE FOSTE IN FUGA CON LORO

COREA DEL NORD: RICORDATEVI DI COLORO CHE SONO IN FUGA COME SE FOSTE IN FUGA CON LORO

NELLA FOTO: nordcoreano per le strade del proprio Paese

Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato. Si ricorda gli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo, in Paesi come ad esempio la Siria, l’Iraq e l’Ucraina. Ma lo sfollamento non è causato solo dalle guerre. Per esempio, non tutti sanno che la crisi in Corea del Nord porta da ormai quasi 30 anni i nordcoreani a tentare la fuga. Tra di loro si contano molti cristiani.

Di seguito vengono proposte le risposte a una serie di domande utili a tracciare un quadro più completo sulla situazione dei rifugiati nordcoreani.

Perché così tante persone cercano di fuggire dalla Corea del Nord?

Il Paese è guidato da Kim Jong-Un il quale governa con il pugno di ferro, reprimendo il popolo nordcoreano.

Nonostante questo, il rigido sistema di controllo non è la ragione principale per cui le persone tentano la fuga dalla Corea del Nord. La fame è il motivo primario per cui il popolo fugge, correndo il rischio di incappare in severe punizioni come il carcere, la tortura, la reclusione in campi di lavoro o la morte.


Quali sono le fasi della fuga?

  1. Preparazione

È di vitale importanza non condividere i propri piani con nessuno se non con parenti o amici stretti. Le frontiere sono sorvegliate e la cosa più sicura da fare è trovare un intermediario, che si fa pagare migliaia di dollari per organizzare l’attraversamento del fiume e trovare un rifugio sicuro.

  1. Attraversamento

L’intermediario accompagna i fuggitivi oltre il fiume, al confine con la Cina. In inverno a volte si riesce ad attraversare camminando, altrimenti bisogna nuotare, sperando di non essere travolti dalla corrente. Arrivati sulla costa cinese del fiume, bisogna tagliare la recinzione di filo spinato o coprirla con una coperta, per poterla scavalcare senza ferirsi. Una volta attraversata la recinzione, l’intermediario dovrebbe accompagnare i fuggitivi in un luogo sicuro. Dovrebbe… perché spesso le donne vengono tradite e vendute a uomini cinesi.

3. Permanenza in Cina

La maggior parte delle persone in fuga rimane in Cina per un determinato periodo di tempo, alloggiando in case sicure o presso parenti cinesi. Spesso si riesce a lavorare illegalmente.

3. Fuga dalla Cina

Cercare di lasciare la Cina per raggiungere la Corea del Sud o un qualsiasi altro Paese è pericoloso e costoso. Per questo motivo solo una piccola parte di nordcoreani tenta questa strada, mentre molti decidono di rimanere in Cina o anche di rientrare in Corea del Nord.

Per chi decide di provare a lasciare la Cina esistono due vie: una passa per il nord, attraverso la Mongolia, l’altra invece verso la Tailandia. La prima strada richiede di attraversare il confine una sola volta e di affrontare il deserto, nel tentativo di raggiungere un campo profughi per essere poi imbarcati su un aeroplano verso la Corea del Sud. La seconda opzione, invece, richiede di attraversare la Birmania o il Vietnam, il Laos e la Cambogia, affrontando alte montagne e giungle profonde. Inoltre, i paesi del sud-est asiatico, ad eccezione della Tailandia, non sono molto accoglienti verso i nordcoreani in fuga. Per questo è importante evitare di incappare nelle autorità locali e tentare di raggiungere il prima possibile l’ambasciata sudcoreana in Tailandia.

5. Arrivo in Corea del Sud

La legislazione della Corea del Sud obbliga il paese a offrire la cittadinanza ai profughi nordcoreani – più di 3.000 persone attualmente – ospitandoli per tre mesi nella Hanawon, letteralmente “Casa dell’Unità”, un centro a loro rivolto e in cui vengono sottoposti a una serie di controlli. In seguito, ricevono un appartamento e un sostentamento economico a tempo determinato.

Cosa succede se un nordcoreano viene catturato in Cina?

Coloro che vengono scoperti, dopo un periodo di alcune settimane di detenzione in una prigione cinese, vengono trasferiti alle autorità nordcoreane e da loro interrogati e costretti alla malnutrizione, a condizioni igieniche precarie e a torture fisiche e psicologiche. Una volta condannati, nella maggior parte dei casi finiscono per essere reclusi in un campo di lavoro forzato.


Qual è il ruolo dei cristiani in tutto questo?

La maggior parte delle case sicure in Cina è gestita da cristiani. Sono molti i rifugiati che, arrivando in Corea del Sud, raccontano di essere stati aiutati da credenti lungo il cammino. Porte Aperte rifornisce le case sicure con cibo, medicine e vestiti, oltre a provvedere quanto serve per organizzare studi biblici e discepolato.

 
La Corea del Nord, secondo la World Watch List di Porte Aperte, è attualmente il Paese più difficile in cui vivere come cristiani.


Porte Aperte Italia

EQUIPAGGIA E RAFFORZA I CRISTIANI NORDCOREANI

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