PORTE APERTE “IRAQ: GIOVANE TIKTOKER CRISTIANA EX-MUSULMANA CURDA ASSASSINATA”

PORTE APERTE “IRAQ: GIOVANE TIKTOKER CRISTIANA EX-MUSULMANA CURDA ASSASSINATA”

NELLA FOTO: Maria Eman Sami Maghdid

L’uccisione di una giovane donna, recentemente convertita al cristianesimo, nella regione del Kurdistan iracheno, ha suscitato grande clamore in rete.

Maria Eman Sami Maghdid, questo il nome della giovane trovata morta il 7 marzo a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, presumibilmente uccisa per mano di un parente arrestato pochi giorni dopo il tragico evento. Maria era nota per il suo attivismo nel campo dei diritti delle donne e per i suoi quasi 50.000 follower sul famoso social network TikTok. A seguito della recente conversione dall’islam al cristianesimo, però, Maria aveva iniziato a utilizzare la piattaforma social per raccontare della sua fede in Gesù, pubblicando video in cui intonava canzoni cristiane e lodava Dio.

Secondo quanto riferito da Middle East Concern, organizzazione che si occupa di libertà religiosa dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa, la ragazza aveva preso il nome Maria solo dopo la sua conversione e si stava preparando al battesimo.

Nonostante non sia ancora chiaro il movente dell’omicidio, riporta il sito di informazione Asia News, questo è probabile possa essere legato proprio alla decisione della ragazza di abbandonare l’islam per diventare cristiana. La famiglia contesta le accuse, sostenendo che la ragione della sua morte non abbia a che fare con la fede ma con disaccordi legati alla decisione di Maria di lasciare l’uomo che era stata costretta a sposare quando aveva solo 12 anni.

Una fonte governativa anonima, invece, ha riferito che “la famiglia l’ha uccisa perché non voleva indossare il velo e perché aveva deciso di abbandonare le tradizioni islamiche”, sottolineando il fatto che il padre di Maria sia un leader religioso della comunità.

Il Kurdistan iracheno, negli ultimi mesi, ha registrato un’ondata di uccisioni di donne, mettendo in luce quanto la violenza contro le donne in Iraq e in tutta la regione sia un problema reale. L’ultimo rapporto della Missione Porte Aperte sulla Persecuzione Specifica di Genere (GSRP), pubblicato lo scorso 8 marzo, mostra come le donne di fede cristiana sperimentino una doppia vulnerabilità, come donne e come cristiane. Le pressioni che subiscono possono essere definite violente, nascoste e complesse.

Secondo quanto riportato da Helene Fisher ed Elizabeth Miller,  ricercatrici nel campo della persecuzione specifica di genere di Porte Aperte, le donne, specialmente quelle convertite al cristianesimo, “sono spesso a maggior rischio da parte dei membri della famiglia, ampiamente considerate di minor valore e viste come oggetti sessuali e veicoli di vergogna. Quando si convertono, le donne e le ragazze possono essere messe agli arresti domiciliari, costrette al matrimonio, abusate fisicamente e sessualmente e persino uccise per restituire l’onore alla famiglia. La violenza sessuale e il matrimonio forzato si sono costantemente classificati tra i primi due punti di pressione negli ultimi cinque anni di rapporto”.

L’iraq è alla posizione numero 14 della World Watch List 2022, nel report annuale di Porte Aperte sulla persecuzione dei cristiani nel mondo.


Porte Aperte Italia

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